Umidità di risalita: uno sguardo alle tecniche di contrasto

Umidità di risalita: uno sguardo alle tecniche di contrasto

Benché l’isolamento delle mura sia visto come un elemento immancabile nella ristrutturazione degli ambienti interni, non sempre riceve tutta l’attenzione che meriterebbe. Talvolta, presi dalla foga di risparmiare sui costi della ristrutturazione, l’isolamento delle mura passa in secondo piano o viene portato a termine in maniera superficiale. Venendo a mancare degli strumenti di protezione, aumenta il rischio di ritrovarsi a dover fare i conti con l’umidità di risalita.

L’umidità di risalita ha origine quando l’acqua presente nel sottosuolo inizia a salire, essendo penetrata all’interno dei muri di casa. Per capire come eliminare l’umidità di risalita è indispensabile un esame dettagliato delle tecniche di contrasto al fenomeno citato.

L’obiettivo della guida odierna sarà quello di dar rilievo a pregi ma anche ad eventuali difetti, offrendo ai nostri cari lettori un quadro completo sulle tecniche di contrasto dell’umidità di risalita.

Intervento meccanico

Prima di focalizzare l’attenzione sulle tecniche di contrasto all’umidità di risalita, va detto di un’importante evoluzione dalla seconda metà del secolo scorso fino ai giorni nostri, supportata dall’innovazione tecnologica e dall’esperienza maturata nel settore.

Inizialmente, ci si affidava ad interventi meccanici in modo tale da rallentare la risalita dell’acqua dalle fondamenta di casa. Praticato un taglio orizzontale alla base delle murature, l’operatore qualificato passa all’inserimento di lastre isolanti. Lo scopo è impedire la risalita dell’acqua racchiusa nella parte bassa del muro, al di sotto del taglio operato.

Nonostante i buoni propositi, questa tecnica si è rivelata controproducente. Infatti, pur rallentando la risalita delle acque, gli interventi meccanici non sortiscono alcun effetto sulla polarità, la quale continua a spingere i fluidi verso l’alto. Intanto, una gran quantità d’acqua degrada la parte bassa delle murature, rendendo quest’ultime instabili e poco sicure. Come se non bastasse, la situazione è complicata da un profondo taglio per l’inserimento delle lastre isolanti che riduce ulteriormente la stabilità delle mura perimetrali. Per fortuna, la tecnica descritta trova oggi scarso impiego nell’affrontare l’umidità capillare.

Intervento evaporante

Visti gli svantaggi di un intervento meccanico, negli anni 80’, le società del settore compiono un importante passo in avanti mettendo in campo degli interventi con intonaco evaporante. Nella speranza di porre fine al problema dell’umidità, l’operatore applica un intonaco macroporoso sulle superfici danneggiate.

È bene sapere che gli interventi evaporanti sono volti ad attenuare i segni dell’umidità e non hanno la pretesa di risolvere il problema alla radice. Se non applicati con regolarità, si rischia un enorme accumulo d’acqua tra le pareti e il distacco di materiali da costruzione.

Umidità di risalita: i vantaggi di un intervento osmotico

I migliori risultati nel contrasto all’umidità di risalita si ottengono solo grazie ad interventi osmotici con inversione della polarità dell’acqua. Ad oggi, gli interventi osmotici rappresentano l’unico rimedio definitivo in quanto sono i soli ad attuare un ritorno delle acque nel sottosuolo.

In più, l’inversione ha luogo in modo del tutto naturale e non invasivo, senza mettere a repentaglio la stabilità dell’edificio. Tutto ciò è reso possibile da speciali dispositivi, posizionati all’esterno dell’abitazione, che assicurano una permanente azione deumidificante.